GLI ULTIMI DELLA GRANDE GUERRA: MEMORIA IN RETE

 


Si è concluso nei giorni scorsi il percorso formativo "Gli ultimi della Grande Guerra. Memoria in rete", promosso dal Museo Storico Italiano della Guerra in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, in partenariato con l’Associazione Forte delle Benne, la Fondazione Edmund Mach, il Centro Astalli e finanziato attraverso il Bando Memoria 2020 della Fondazione Caritro.

La proposta formativa, che ha previsto l’utilizzo di modalità didattiche partecipative, ha coinvolto tre classi di scuole secondarie di secondo grado trentine, il Liceo Depero di Rovereto, il Liceo Galilei di Trento e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Nel corso dell’anno scolastico Marco Abram, ricercatore presso Osservatorio Balcani Transeuropa, ha proposto agli studenti una lezione sulla prigionia di guerra in Trentino e sull’esperienza dei prigionieri serbi e russi sul fronte alpino, vicenda tuttora, più di cent’anni dopo la conclusione del conflitto, poco nota. Nel corso della guerra migliaia di prigionieri di guerra russi, serbi e rumeni furono impiegati sul fronte alpino nella costruzione di forti, trincee e baraccamenti, ma anche infrastrutture, come le linee ferroviarie della val di Fiemme e della val Gardena, la strada della val Badia e tratti della strada della Valsugana. Gli studenti sono stati coinvolti nella ricerca delle tracce della loro presenza rimaste nel paesaggio e nella toponomastica: il “sentiero dei Serbi” in Vallagarina, la “strada dei russi” in val S. Nicolò, la cosiddetta “strada del sangue” nella val d’Adige, per fare solo alcuni esempi. Il lavoro di ricerca ha portato alla creazione di tredici nuove voci Wikipedia o l’ampliamento di voci esistenti, grazie ai laboratori condotti da Niccolò Caranti, collaboratore di Osservatorio Balcani Transeuropa, che ha illustrato le modalità di scrittura delle voci su Wikipedia e ha guidato gli studenti e le studentesse nell’utilizzo delle fonti.

Su Wikipedia sono quindi state inserite una pagina dedicata al progetto e una serie di voci relative ai luoghi legati alle vicende dei prigionieri: Campo di Gardolo, Strada del Sangue, Ferrovia della Valsugana, Strada della Barricata, Chiesetta del Carè Alto, Strada per Malga Campo da Drena, Rifugio Villetta Maria, Strada dei Russi, Sentiero dei Russi, Via dei Serbi di Roncone, Forte Busa Grande, Strada di Val Gardena e Passo Sella, Lago delle Buse

Mercoledì 26 maggio, durante il seminario “I trentini e gli “Altri”: dai prigionieri nella Grande Guerra ad oggi”, gli studenti hanno avuto modo di presentare il loro lavoro, riflettendo sull’evoluzione del rapporto con l’“altro” in Trentino, spingendo la riflessione fino alla situazione attuale, che vede una sempre maggiore presenza di cittadini stranieri impiegati sul nostro territorio. Per approfondire questo aspetto è stato coinvolto nel progetto il Centro Astalli, associazione che da più di quarant’anni si occupa di assistenza ad immigrati e rifugiati, difendendo i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze e promuovendo una cultura di accoglienza e solidarietà. Elena Simonetti, del Centro Astalli di Trento, ha offerto alcuni esempi di integrazione di persone che in Trentino hanno trovato lavoro e una occasione per ripartire.      

Il progetto si concluderà venerdì 25 giugno con un incontro in programma alle ore 18 al Museo della Guerra in cui verrà presentata la mappa interattiva realizzata da Marco Abram con la localizzazione dei siti che recano tracce della presenza dei prigionieri. In quell’occasione è prevista anche l’inaugurazione della mostra fotografica “Gli ultimi della Grande Guerra. Prigionieri serbi e russi sul fronte alpino”promossa dal Museo. Per partecipare, la prenotazione è obbligatoria scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando allo 0464 488041 entro il giorno precedente. Info su museodelaguerra.it